martedì 27 gennaio 2015

LA GIORNATA DELLA MEMORIA CORTA

Oggi Mussolini resta in soffitta. Oggi non si può tirar fuori il suo calendario o un suo bell'aforisma, un "ha bonificato le paludi" o un qualsiasi "quando c'era lui...". Oggi i princìpi e i metodi fascisti non si possono utilizzare. Oggi non si vomita odio. Oggi sembrerebbe indelicato.

Oggi non si dimentica ciò che per 364 giorni all'anno nascondiamo. Oggi condividiamo tutti la poesia di "Se questo è un uomo", quel "vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca" che fa tanto effetto, quelle foto di cancelli, camini e piedi freddi e morti.

Oggi non dimentichiamo che l'odio nazifascista contro gli Ebrei è stata una reazione alla minaccia che essi rappresentavano in quanto intenzionati a dominare il mondo, a scapito dei puri, degli Ariani. Oggi non dimentichiamo che ai loro occhi, gli Ebrei erano i delinquenti, i corrotti e gli inferiori e la soluzione al problema è stata lo sterminio. Oggi è una storia ancora attuale.

Oggi Matteo Salvini titola "Che la storia sia maestra", ma la differenza tra un missile sui barconi e una camera a gas non è così netta. Oggi a Matteo Salvini si accodano in molti. Dietro a lui con convinzione ed incoerenza.

"Che morissero tutti!", ma oggi no. Oggi riposo.

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