martedì 27 gennaio 2015

LA GIORNATA DELLA MEMORIA CORTA

Oggi Mussolini resta in soffitta. Oggi non si può tirar fuori il suo calendario o un suo bell'aforisma, un "ha bonificato le paludi" o un qualsiasi "quando c'era lui...". Oggi i princìpi e i metodi fascisti non si possono utilizzare. Oggi non si vomita odio. Oggi sembrerebbe indelicato.

Oggi non si dimentica ciò che per 364 giorni all'anno nascondiamo. Oggi condividiamo tutti la poesia di "Se questo è un uomo", quel "vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca" che fa tanto effetto, quelle foto di cancelli, camini e piedi freddi e morti.

Oggi non dimentichiamo che l'odio nazifascista contro gli Ebrei è stata una reazione alla minaccia che essi rappresentavano in quanto intenzionati a dominare il mondo, a scapito dei puri, degli Ariani. Oggi non dimentichiamo che ai loro occhi, gli Ebrei erano i delinquenti, i corrotti e gli inferiori e la soluzione al problema è stata lo sterminio. Oggi è una storia ancora attuale.

Oggi Matteo Salvini titola "Che la storia sia maestra", ma la differenza tra un missile sui barconi e una camera a gas non è così netta. Oggi a Matteo Salvini si accodano in molti. Dietro a lui con convinzione ed incoerenza.

"Che morissero tutti!", ma oggi no. Oggi riposo.

domenica 18 gennaio 2015

sabato 10 gennaio 2015

L'ODIO UN TANTO AL CHILO

Stamattina ero dal macellaio. Tra mezzo chilo di carne macinata e un "è un etto e mezzo, lascio?" ho avuto un'illuminazione: siamo in guerra. Siamo in guerra e stiamo combattendo noi.

Era il tempo degli eserciti faccia affaccia in campo aperto, poi il campo di battaglia si è spostato sempre più verso i "civili" (virgolette d'obbligo, visto che di civiltà se ne vede ben poca).
Si è passati da eserciti schierati ad eserciti in trincea, per passare ai bombardamenti sui civili ed ora addirittura alla sparizione dei combattenti "ufficiali". Stavolta chi uccide siamo noi, con i mitra e con le parole. Avvertite il governo, possiamo risparmiare! Non servono più elmetti, mimetiche e caccia bombardieri, facciamo tutto da noi.

"Da ammazzarli tutti!" "La colpa è del Papa che apre le porte a tutti!" "A Roma abbiamo la più grande tempio di 'sti Maometti d'Europa, ma dove andremo a finire?"
L'odio uccide e in macelleria si vendeva un tanto al chilo.
"È un etto e mezzo, lascio?"
"No, grazie. Tienilo pure."

giovedì 8 gennaio 2015

JE SUIS PINO DANIELE

Dovrei telefonargli, a Zuckerberg: "Senti che idea: il Facebook del futuro! Il tuo megaserver mi propone i più disparati avvenimenti verosimili e io indovino come reagiscono gli utenti."
Muore un cantante, casca il governo, rigore per la Roma, attentato a Parigi. E vai di hashtag!
E se parte l'hashtag, vai col controhashtag! E il controcontrohashtag! I conformisti, gli anticonformisti e gli antianticonformisti. Che noia.
Gli volevamo bene, la Juve ruba, la Chiesa ah la Chiesa! Che noia.
Lui lo mettiamo con quelli buoni a cui lui mancherà tantissimo. Lei invece con quelli che ma che palle tutti sti mi mancherà tantissimo. Lui farà una battuta, ma sempre un "che palle" rimane. Lui darà la colpa a Renzi, lei a Grillo, lui al papa e l'altro w il duce. Lei, fortuna lei, ci fa vedere le cosce. Lui, fortuna lui, oggi arrosticini e vino rosso. Che noia.
Mark, lascia perdere. Troppo facile 'sto gioco. Si vince sempre.