giovedì 20 febbraio 2014

I CERINI DELLA RETE

Come quando ti invitano nel ristorante più in voga del momento e ti trovi davanti un piatto mezzo vuoto e che fa anche un po' schifo e ti rimane quella faccia da "ma perché ne parlano tutti?".
Così eccomi sintonizzato su Raiuno per la seconda serata del Festival di Sanremo, in attesa dell'anticristo venuto dal Canada, tale Rufus Wainwright che, citando qua e là, presenterà al pubblico le sue canzoni blasfeme, si crocifiggerà sul palco dell'Ariston e farà propaganda gay contro la dignità del pubblico cattolico.
Qua si toccheranno picchi di ansia e tensione degni dei due aspiranti suicidi della prima serata.

La presentazione però mi fa salire qualche dubbio: "il miglior cantautore del mondo" (Fazio cita Elton John) entra in scena in jeans, giacca e cravatta e si mette al pianoforte. Beh, un po' soft come anticristo, ma vediamo che combina. Un paio di canzoni, un saluto, baci al pubblico e via.
No dai, scherziamo? E il messia gay? E dov'è la croce? E i papaboy?

Come al solito basta una scintilla e il sempre più accanito "popolo della rete" si accende come un cerino. Petizioni, articoli, raccolta firme e indignazione pubblica hanno spopolato sui social network, quando Wikipedia (cioè quanto di più popolare si possa pensare) neanche accenna a nessuno scandalo riguardo a questo artista canadese nato a New York. È bastato il testo di una canzone di dieci anni fa, una foto "scandalosa" di un suo concerto per scatenare un putiferio, il tutto amplificato dal fatto che Wainwright è gay. È gay e difende i diritti dei gay. E poco importa che la vittima delle sue invettive (di cui tra l'altro non c'è stata traccia a Sanremo) a sua volta ne sbraita altrettante da secoli in direzione contraria, lui non può permettersi! Chi semina vento raccoglie tempesta, si dice. E se si è lanciato fango non capisco come si possa pensare di ricevere in cambio carezze. 

E se lo scandalo porta al dialogo, sia questo sui diritti dei gay o sulle incongruenze della Chiesa cattolica, ben venga, non si inventa nulla. Anche Madonna si esibì crocifissa, De André riscrisse i dieci comandamenti e Cristicchi intona canzoni contro i preti. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. 
Come per gli aspiranti suicidi.
Speriamo nella terza serata.

lunedì 17 febbraio 2014

GRIDO D'ALLARME LUNGO LA VALTESINO DI GROTTAMMARE

Un articolo di cronaca nel mezzo di vari articoli "di opinione", scritto per un amico per il giornale L'Ancora-on line.

http://www.ancoraonline.it/2014/02/15/grido-dallarme-lungo-la-valtesino-di-grottammare-per-i-continui-furti-in-appartamento/

GROTTAMMARE – Periodo concitato per la zona della val Tesino. Oltre l’interminabile querelle tra ARPAM e sansificio sulle emissioni di quest’ultimo da tenere sotto controllo, è sconcertante il dato che riguarda la frequenza di furti e rapine che stanno interessando il quartiere. Un senso misto tra impotenza e terrore che serpeggia tra gli abitanti del luogo, che troppo spesso non sentono arrivare dalle istituzioni l’appoggio necessario. Alcune testimonianze raccontano che nella zona tra la chiesa di Madonna della Speranza e Ripatransone ci sono case che sono state “visitate” oramai quattro o più volte. Paura e malumori sono dovute soprattutto agli orari pomeridiani dei furti e da alcuni interventi intimidatori che hanno rivolto alle loro vittime che denotano il poco timore che questi malviventi hanno nell’incontrare i padroni di casa durante le loro rapine. La cosiddetta “Banda del sabato pomeriggio” opera oramai da un anno, sarà per la poca certezza della pena in caso di cattura, sarà per i pochi fondi a disposizione delle forze dell’ordine. Ma in questo proliferare di illegalità, dove a rimetterci sono come sempre i cittadini, qualcuno deve assolutamente prendere provvedimenti.