lunedì 6 gennaio 2014

IL PARADOSSO DI DARWIN

Un matematico che si rispetti, non può non farsi affascinare dalle stranezze e dai paradossi che vede intorno a sé.
Uno di questi, portato alla ribalta dai fatti di attualità di questo periodo, è la teoria evolutiva darwiniana, secondo cui ogni specie modifica il proprio modo di essere e di comportarsi per adattarsi al meglio al mondo attorno a sé.
Una delle applicazioni più immediate di questa teoria può considerarsi la Sperimentazione Animale: un animale sfrutta le proprie capacità fisiche ed intellettive per sottometterne a sé degli altri cercando così di migliorare il proprio tenore di vita, debellando possibilmente anche alcune malattie che affliggono la sua specie. Darwin. Preciso.
Ma arriviamo al paradosso. Lo spopolare nel mondo di quegli pseudo-animalisti che per salvare un beagle raderebbero al suolo tutto l'Abruzzo (dopo aver salvato i lupi, sia ben chiaro) ci fa pensare che in effetti il modo corretto di vedere il mondo, o perlomeno quello di adattarvisi al meglio, è quello di salvaguardare ratti e cani.
Pazienza se i livelli di educazione e di rispetto per la vita altrui crollano drasticamente. Darwin parlava di sopravvivenza, non di bon-ton. Quindi niente di strano se una ragazza che dichiara di essere sopravvissuta grazie a degli studi che della Sperimentazione Animale fanno una colonna portante viene subissata di insulti. Merita di soffrire, lei. Di morire. Di fare lei stessa da cavia.
Pazienza anche se anni di ricerche su Parkinson, autismo e Alzheimer (oltre che anni di spese e investimenti) vanno mandate in fumo perché dei bifolchi irrompono nel dipartimento di Farmacologia milanese aprendo le gabbie di centinaia di cavie e conigli rendendone impossibile l'identificazione (condannandoli tra l'altro alla soppressione: oltre al danno la beffa).
Pazienza tutto, se Darwin ha ragione loro sono l'anello prossimo della catena evolutiva.
Charles caro, non puoi dire questo. Questa specie non può essere quella che dominerà le scene future.
Se così fosse cambia almeno il nome, qui di evoluzione non c'è alcuna traccia.

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